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Cattedrale di San Pietro – Organo 1 by Jan-Tore Egge

© Jan-Tore Egge, all rights reserved.

Cattedrale di San Pietro – Interno II by Jan-Tore Egge

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Cattedrale di San Pietro – Organo 2 by Jan-Tore Egge

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Cattedrale di San Pietro & Torre Azzoguidi by Jan-Tore Egge

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Cattedrale di San Pietro – Entrata by Jan-Tore Egge

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DSC_0172b by Andrea Carloni (Rimini)

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DSC_0172b

MARTIRIO DI SAN SEBASTIANO (dett.)
Scuola emiliana, 1490-95 c.
Basilica di S. Petronio, Cappella Vaselli
Bologna, Italia

THE MARTYRDOM OF ST. SEBASTIAN (detail)
Scuola emiliana, 1490-95 c.
St. Petronius Cathedral, Vaselli Chapel
Bologna, Italy

DSC_0274 by Andrea Carloni (Rimini)

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DSC_0274

DSC_0203 by Andrea Carloni (Rimini)

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CROCE DEI SANTI MARTIRI, X-XI sec.
Basilica di S. Petronio
Bologna, Italia

DSC_0209 by Andrea Carloni (Rimini)

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POLITTICO CON MADONNA E SANTI
opera di Tommaso Garelli, 1477
Basilica di S. Petronio, Cappella di Santa Brigida
Bologna, Italia

DSC_0001l by Andrea Carloni (Rimini)

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BASILICA DI S. PETRONIO (Bologna - Italia)

E' la chiesa principale di Bologna, dove domina Piazza Maggiore. La sue imponenti dimensioni (132 metri di lunghezza e 60 di larghezza, con un'altezza della volta di 45 metri) ne fanno la quinta chiesa più grande del mondo. Dedicata al santo patrono della città (che ne fu vescovo nel V secolo), la sua costruzione risale al 1390, quando il comune diede incarico a Antonio Di Vincenzo dei lavori di edificazione di una grande cattedrale in stile gotico, che nelle prime intenzioni voleva surclassare - per dimensioni - la Basilica di San Pietro a Roma (il progetto di tale maestosità fu bloccato per volere papale). Il progetto era quello di una grande basilica gotica. La costruzione della chiesa iniziò dalla facciata prospiciente la piazza principale della città, per annunciare fin da subito la presenza del grande tempio. Poi i lavori procedettero lentamente, per secoli. Nel 1393 furono costruite le due prime cappelle per parte, ma solo nel 1479 si cominciarono le ultime. Quanto alle volte gotiche della navata centrale, furono costruite nel 1646-1658, in piena età barocca, da Girolamo Rainaldi. Rimase irrisolto il problema della facciata. Essa era abbellita dal basamento marmoreo di Antonio di Vincenzo, su cui erano stati costruiti il portale maggiore di Jacopo della Quercia (1426-1438) e i due portali minori. Il rivestimento completo della parete, iniziato nel 1538 su disegno di Domenico da Varignana, si arenò tra molte polemiche. Architetti famosissimi si sono occupati della facciata. Ci sono disegni e progetti di Baldassarre Peruzzi, Giacomo Ranuzzi, Jacopo Barozzi da Vignola, Giulio Romano, Domenico Tibaldi, Francesco Morandi detto il Terribilia, Andrea Palladio, Alberto Alberti. Eppure dopo secoli è ancora lì, incompiuto rivestimento esterno in marmo tutt' ora visibile. Ormai facciata definitiva.
L' impresa della costruzione del tempio civico di San Petronio fu ricca di significati simbolici non solo religiosi. Dando una sede imponente e prestigiosa al culto petroniano si volle affermare tangibilmente l' orgoglio civico della comunità attraverso un' impresa celebrativa e propiziatoria, che fissasse nella maniera più degna quegli ideali di autodeterminazione e di decoro municipale che almeno da due secoli erano simboleggiati dalla figura del santo patrono. La grande basilica di San Petronio appartenne lungamente al Comune, che nei secoli ne fece molteplici usi e non solo per fini religiosi: luogo di cerimonie, ritrovo pubblico, tribunale. Solo dal 1929, a seguito dei Patti Lateranensi, la proprietà è stata trasferita alla Diocesi. Anche per questo motivo la chiesa, peraltro mai del tutto compiuta, fu consacrata solo nel 1954 dal cardinale Lercaro. L'abbellimento della facciata con i nuovi portali minori a corollario del portone centrale di Jacopo della Quercia accompagnò anche il rivestimento della facciata. Ma i lavori furono più volte fermati e ripresi: numerosi architetti (fra questi Baldassarre Peruzzi, Jacopo Barozzi Da Vignola, Andrea Palladio, Alberto Alberti) sono stato chiamati a proporre soluzioni artistiche senza mai trovare una soluzione definitiva. A tutt'oggi la facciata risulta ancora incompleta.
La basilica fu trasferita alla diocesi solo nel 1929 e non fu consacrata fino al 1954; solo dal 2000 conserva le reliquie del santo patrono, fino ad allora conservate nella basilica di Santo Stefano.

Tratto da:
www.sanpetronio.com/

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MARTIRIO DI SAN SEBASTIANO (dett.)
Scuola emiliana, 1490-95 c.
Basilica di S. Petronio, Cappella Vaselli
Bologna, Italia

THE MARTYRDOM OF ST. SEBASTIAN (detail)
Scuola emiliana, 1490-95 c.
St. Petronius Cathedral, Vaselli Chapel
Bologna, Italy

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AFFRESCHI VOTIVI, datati 1419
Basilica di S. Petronio, Cappella della S. Croce
Bologna, Italia

DSC_0148 by Andrea Carloni (Rimini)

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AFFRESCHI DI GIOVANNI DA MODENA, 1410 c.
Basilica di S. Petronio, Cappella Bolognini (o "Cappella dei Re Magi").
Bologna, Italia

Bartolomeo Bolognini qui ha la sua tomba, al centro del pavimento, come da suo volere, sul basamento anche lo stemma della famiglia. La sua pietra tombale ci ricorda che “.. Questo è il sepolcro dell’egregio e valoroso cavaliere Bartolomeo Bolognini, provveditore di questa cappella, e dei suoi eredi. Fatto nel mese di maggio 1400. Quando vi giaceranno le loro anime riposino in pace.” Il ricchissimo produttore di seta vi viene raffigurato rivestito da un pesante abito, con la testa abbandonata su un ricco cuscino, e le mani giunte in preghiera. Ai piedi gli speroni del cavaliere. Gli affreschi delle pareti furono realizzati dal pittore Giovanni da Modena seguendo le indicazioni che il Bolognini aveva lasciato nel suo testamento nel 1408.

A sinistra in alto la gloria del Paradiso, in basso le pene dell’inferno, al centro quasi cerniera fra le due parti, l’Arcangelo Michele pesa le anime e mostra la spada della giustizia.

Nella parete destra Giovanni da Modena, seguendo la volontà di Bartolomeo, illustrò le storie dei Re Magi titolari della Cappella e protettori della Famiglia Bolognini.
Il racconto è suddiviso in quattro livelli, partendo dal momento in cui i Magi avvistano la stella cometa, partono per seguire la stella, arrivano poi a Gerusalemme dove incontrano il Re Erode. Riprendono il cammino guidati dalla stella, e arrivano finalmente alla capanna per adorare il bambino.

La cancellata gotica in marmo fu disegnata da Antonio di Vincenzo (1400).
Sempre entro il primo decennio del XV sec. fu dipinto da Jacopo di Paolo il polittico ligneo posto sull'altare, forse in collaborazione con lo scultore detto "Maestro di S. Petronio".

Approfondimenti:

www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-di-pietro-faloppi_(Dizionario_Biografico)/
www.treccani.it/enciclopedia/bartolomeo-bolognini_(Dizionario_Biografico)/
www.treccani.it/enciclopedia/jacopo-di-paolo_(Enciclopedia_dell'_Arte_Medievale)/

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AFFRESCHI DI GIOVANNI DA MODENA, 1410 c.
Basilica di S. Petronio, Cappella Bolognini (o "Cappella dei Re Magi").
Bologna, Italia

Bartolomeo Bolognini qui ha la sua tomba, al centro del pavimento, come da suo volere, sul basamento anche lo stemma della famiglia. La sua pietra tombale ci ricorda che “.. Questo è il sepolcro dell’egregio e valoroso cavaliere Bartolomeo Bolognini, provveditore di questa cappella, e dei suoi eredi. Fatto nel mese di maggio 1400. Quando vi giaceranno le loro anime riposino in pace.” Il ricchissimo produttore di seta vi viene raffigurato rivestito da un pesante abito, con la testa abbandonata su un ricco cuscino, e le mani giunte in preghiera. Ai piedi gli speroni del cavaliere. Gli affreschi delle pareti furono realizzati dal pittore Giovanni da Modena seguendo le indicazioni che il Bolognini aveva lasciato nel suo testamento nel 1408.

A sinistra in alto la gloria del Paradiso, in basso le pene dell’inferno, al centro quasi cerniera fra le due parti, l’Arcangelo Michele pesa le anime e mostra la spada della giustizia.

Nella parete destra Giovanni da Modena, seguendo la volontà di Bartolomeo, illustrò le storie dei Re Magi titolari della Cappella e protettori della Famiglia Bolognini.
Il racconto è suddiviso in quattro livelli, partendo dal momento in cui i Magi avvistano la stella cometa, partono per seguire la stella, arrivano poi a Gerusalemme dove incontrano il Re Erode. Riprendono il cammino guidati dalla stella, e arrivano finalmente alla capanna per adorare il bambino.

La cancellata gotica in marmo fu disegnata da Antonio di Vincenzo (1400).
Sempre entro il primo decennio del XV sec. fu dipinto da Jacopo di Paolo il polittico ligneo posto sull'altare, forse in collaborazione con lo scultore detto "Maestro di S. Petronio".

Approfondimenti:

www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-di-pietro-faloppi_(Dizionario_Biografico)/
www.treccani.it/enciclopedia/bartolomeo-bolognini_(Dizionario_Biografico)/
www.treccani.it/enciclopedia/jacopo-di-paolo_(Enciclopedia_dell'_Arte_Medievale)/

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DSC_0158

MARTIRIO DI SAN SEBASTIANO (dett.)
Scuola emiliana, 1490-95 c.
Basilica di S. Petronio, Cappella Vaselli
Bologna, Italia

THE MARTYRDOM OF ST. SEBASTIAN (detail)
Scuola emiliana, 1490-95 c.
St. Petronius Cathedral, Vaselli Chapel
Bologna, Italy

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POLITTICO CON MADONNA E SANTI
opera di Tommaso Garelli, 1477
Basilica di S. Petronio, Cappella di Santa Brigida
Bologna, Italia

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AFFRESCHI DI GIOVANNI DA MODENA, 1410 c.
Basilica di S. Petronio, Cappella Bolognini (o "Cappella dei Re Magi").
Bologna, Italia

Bartolomeo Bolognini qui ha la sua tomba, al centro del pavimento, come da suo volere, sul basamento anche lo stemma della famiglia. La sua pietra tombale ci ricorda che “.. Questo è il sepolcro dell’egregio e valoroso cavaliere Bartolomeo Bolognini, provveditore di questa cappella, e dei suoi eredi. Fatto nel mese di maggio 1400. Quando vi giaceranno le loro anime riposino in pace.” Il ricchissimo produttore di seta vi viene raffigurato rivestito da un pesante abito, con la testa abbandonata su un ricco cuscino, e le mani giunte in preghiera. Ai piedi gli speroni del cavaliere. Gli affreschi delle pareti furono realizzati dal pittore Giovanni da Modena seguendo le indicazioni che il Bolognini aveva lasciato nel suo testamento nel 1408.

A sinistra in alto la gloria del Paradiso, in basso le pene dell’inferno, al centro quasi cerniera fra le due parti, l’Arcangelo Michele pesa le anime e mostra la spada della giustizia.

Nella parete destra Giovanni da Modena, seguendo la volontà di Bartolomeo, illustrò le storie dei Re Magi titolari della Cappella e protettori della Famiglia Bolognini.
Il racconto è suddiviso in quattro livelli, partendo dal momento in cui i Magi avvistano la stella cometa, partono per seguire la stella, arrivano poi a Gerusalemme dove incontrano il Re Erode. Riprendono il cammino guidati dalla stella, e arrivano finalmente alla capanna per adorare il bambino.

La cancellata gotica in marmo fu disegnata da Antonio di Vincenzo (1400).
Sempre entro il primo decennio del XV sec. fu dipinto da Jacopo di Paolo il polittico ligneo posto sull'altare, forse in collaborazione con lo scultore detto "Maestro di S. Petronio".

Approfondimenti:

www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-di-pietro-faloppi_(Dizionario_Biografico)/
www.treccani.it/enciclopedia/bartolomeo-bolognini_(Dizionario_Biografico)/
www.treccani.it/enciclopedia/jacopo-di-paolo_(Enciclopedia_dell'_Arte_Medievale)/

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AFFRESCHI DI GIOVANNI DA MODENA, 1410 c.
Basilica di S. Petronio, Cappella Bolognini (o "Cappella dei Re Magi").
Bologna, Italia

Bartolomeo Bolognini qui ha la sua tomba, al centro del pavimento, come da suo volere, sul basamento anche lo stemma della famiglia. La sua pietra tombale ci ricorda che “.. Questo è il sepolcro dell’egregio e valoroso cavaliere Bartolomeo Bolognini, provveditore di questa cappella, e dei suoi eredi. Fatto nel mese di maggio 1400. Quando vi giaceranno le loro anime riposino in pace.” Il ricchissimo produttore di seta vi viene raffigurato rivestito da un pesante abito, con la testa abbandonata su un ricco cuscino, e le mani giunte in preghiera. Ai piedi gli speroni del cavaliere. Gli affreschi delle pareti furono realizzati dal pittore Giovanni da Modena seguendo le indicazioni che il Bolognini aveva lasciato nel suo testamento nel 1408.

A sinistra in alto la gloria del Paradiso, in basso le pene dell’inferno, al centro quasi cerniera fra le due parti, l’Arcangelo Michele pesa le anime e mostra la spada della giustizia.

Nella parete destra Giovanni da Modena, seguendo la volontà di Bartolomeo, illustrò le storie dei Re Magi titolari della Cappella e protettori della Famiglia Bolognini.
Il racconto è suddiviso in quattro livelli, partendo dal momento in cui i Magi avvistano la stella cometa, partono per seguire la stella, arrivano poi a Gerusalemme dove incontrano il Re Erode. Riprendono il cammino guidati dalla stella, e arrivano finalmente alla capanna per adorare il bambino.

La cancellata gotica in marmo fu disegnata da Antonio di Vincenzo (1400).
Sempre entro il primo decennio del XV sec. fu dipinto da Jacopo di Paolo il polittico ligneo posto sull'altare, forse in collaborazione con lo scultore detto "Maestro di S. Petronio".

Approfondimenti:

www.treccani.it/enciclopedia/giovanni-di-pietro-faloppi_(Dizionario_Biografico)/
www.treccani.it/enciclopedia/bartolomeo-bolognini_(Dizionario_Biografico)/
www.treccani.it/enciclopedia/jacopo-di-paolo_(Enciclopedia_dell'_Arte_Medievale)/

DSC_0001h by Andrea Carloni (Rimini)

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BASILICA DI S. PETRONIO (Bologna - Italia)

E' la chiesa principale di Bologna, dove domina Piazza Maggiore. La sue imponenti dimensioni (132 metri di lunghezza e 60 di larghezza, con un'altezza della volta di 45 metri) ne fanno la quinta chiesa più grande del mondo. Dedicata al santo patrono della città (che ne fu vescovo nel V secolo), la sua costruzione risale al 1390, quando il comune diede incarico a Antonio Di Vincenzo dei lavori di edificazione di una grande cattedrale in stile gotico, che nelle prime intenzioni voleva surclassare - per dimensioni - la Basilica di San Pietro a Roma (il progetto di tale maestosità fu bloccato per volere papale). Il progetto era quello di una grande basilica gotica. La costruzione della chiesa iniziò dalla facciata prospiciente la piazza principale della città, per annunciare fin da subito la presenza del grande tempio. Poi i lavori procedettero lentamente, per secoli. Nel 1393 furono costruite le due prime cappelle per parte, ma solo nel 1479 si cominciarono le ultime. Quanto alle volte gotiche della navata centrale, furono costruite nel 1646-1658, in piena età barocca, da Girolamo Rainaldi. Rimase irrisolto il problema della facciata. Essa era abbellita dal basamento marmoreo di Antonio di Vincenzo, su cui erano stati costruiti il portale maggiore di Jacopo della Quercia (1426-1438) e i due portali minori. Il rivestimento completo della parete, iniziato nel 1538 su disegno di Domenico da Varignana, si arenò tra molte polemiche. Architetti famosissimi si sono occupati della facciata. Ci sono disegni e progetti di Baldassarre Peruzzi, Giacomo Ranuzzi, Jacopo Barozzi da Vignola, Giulio Romano, Domenico Tibaldi, Francesco Morandi detto il Terribilia, Andrea Palladio, Alberto Alberti. Eppure dopo secoli è ancora lì, incompiuto rivestimento esterno in marmo tutt' ora visibile. Ormai facciata definitiva.
L' impresa della costruzione del tempio civico di San Petronio fu ricca di significati simbolici non solo religiosi. Dando una sede imponente e prestigiosa al culto petroniano si volle affermare tangibilmente l' orgoglio civico della comunità attraverso un' impresa celebrativa e propiziatoria, che fissasse nella maniera più degna quegli ideali di autodeterminazione e di decoro municipale che almeno da due secoli erano simboleggiati dalla figura del santo patrono. La grande basilica di San Petronio appartenne lungamente al Comune, che nei secoli ne fece molteplici usi e non solo per fini religiosi: luogo di cerimonie, ritrovo pubblico, tribunale. Solo dal 1929, a seguito dei Patti Lateranensi, la proprietà è stata trasferita alla Diocesi. Anche per questo motivo la chiesa, peraltro mai del tutto compiuta, fu consacrata solo nel 1954 dal cardinale Lercaro. L'abbellimento della facciata con i nuovi portali minori a corollario del portone centrale di Jacopo della Quercia accompagnò anche il rivestimento della facciata. Ma i lavori furono più volte fermati e ripresi: numerosi architetti (fra questi Baldassarre Peruzzi, Jacopo Barozzi Da Vignola, Andrea Palladio, Alberto Alberti) sono stato chiamati a proporre soluzioni artistiche senza mai trovare una soluzione definitiva. A tutt'oggi la facciata risulta ancora incompleta.
La basilica fu trasferita alla diocesi solo nel 1929 e non fu consacrata fino al 1954; solo dal 2000 conserva le reliquie del santo patrono, fino ad allora conservate nella basilica di Santo Stefano.

Tratto da:
www.sanpetronio.com/