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Il complesso archeologico di Pranu Muttedu è una delle più importanti aree funerarie della Sardegna prenuragica ed è situato nei pressi di Goni, piccolo centro abitato in provincia di Cagliari. L'area del parco ha un'estensione di circa 200.000 metri quadrati. Il complesso presenta la più alta concentrazione di menhir e megaliti che si conosca in Sardegna (circa sessanta, variamente distribuiti in coppie, allineamenti o gruppi).
Nell'area è inoltre presente una necropoli ipogeica a domus de janas con tre circoli tombali.
Il complesso è stato oggetto di scavo da parte di Enrico Atzeni, in più riprese a partire dal 1980.
Descrizione - Il Parco archeologico di Pranu Muttedu sorge su una vasta area caratterizzata da un'alta concentrazione di menhir, la maggiore della Sardegna, e da una serie di sepolture megalitiche del tipo a circolo. I menhir sono in tutto circa sessanta e si trovano disposti in allineamenti, tra i quali il più importante è quello formato da 20 menhir, a gruppi di tre, a coppie, o più raramente isolati; spesso si trovano inoltre posti davanti alle tombe. Le tombe più caratteristiche sono quelle a tumulo (cioè che in origine erano ricoperte da un tumulo di terra), costruite con blocchi di pietra e formate da un atrio, un corridoio d'ingresso e una camera di forma quadrangolare, mentre il muro perimetrale è a pianta circolare e spesso sono circondate da circoli più ampi. Ci sono però anche tombe a domus de janas, finemente scavate nella roccia.La tomba più monumentale ed importante, la tomba II, considerata dagli studiosi come il fulcro dell'intera area sacra, forse tomba di un capo divinizzato, presenta elementi sia delle domus de janas che delle tombe a circoli. Per costruirla furono trasportati da un luogo lontano due enormi blocchi di pietra, assestati uno dietro l'altro, e scavati come le domus de janas, ai quali furono collegate altre parti costruite con blocchi più piccoli. Dopo che fu deposto il corpo tutta la struttura fu coperta da un tumulo di terra e circondata da cerchi di pietre, davanti all'entrata fu posto un menhir di piccole dimensioni e tutto intorno fu costruito un ulteriore circolo del diametro di circa 30-35 m, che ha quasi al centro un altro piccolo cerchio di pietre, mentre a sud del grande cerchio c'è un rettangolo chiuso.
Altre due tombe particolari sono la tomba IV, detta la triade, perchè vi è posta davanti una triade formata da tre menhir, e la tomba V, detta nuraxeddu, che si caratterizza per avere la camera di forma rettangolare, costruita molto accuratamente con blocchi di pietra squadrati di dimensioni medio-grandi.
Le indagini archeologiche condotte nel sito negli anni 80' hanno restituito numerosi reperti di età Neolitica ed Eneolitica, in gran parte riferibili Cultura di Ozieri (3200-2800 a.C. ) e hanno portato all'interpretazione del sito come area sacra, in parte probabilmente destinata al culto degli antenati, come sembra suggerire la presenza di tombe così monumentali, in parte a riti e cerimonie di altro tipo, forse legate alla religiosità agreste e fertilistica delle popolazioni dell'epoca
Il complesso archeologico di Pranu Muttedu è una delle più importanti aree funerarie della Sardegna prenuragica ed è situato nei pressi di Goni, piccolo centro abitato in provincia di Cagliari. L'area del parco ha un'estensione di circa 200.000 metri quadrati. Il complesso presenta la più alta concentrazione di menhir e megaliti che si conosca in Sardegna (circa sessanta, variamente distribuiti in coppie, allineamenti o gruppi).
Nell'area è inoltre presente una necropoli ipogeica a domus de janas con tre circoli tombali.
Il complesso è stato oggetto di scavo da parte di Enrico Atzeni, in più riprese a partire dal 1980.
Descrizione - Il Parco archeologico di Pranu Muttedu sorge su una vasta area caratterizzata da un'alta concentrazione di menhir, la maggiore della Sardegna, e da una serie di sepolture megalitiche del tipo a circolo. I menhir sono in tutto circa sessanta e si trovano disposti in allineamenti, tra i quali il più importante è quello formato da 20 menhir, a gruppi di tre, a coppie, o più raramente isolati; spesso si trovano inoltre posti davanti alle tombe. Le tombe più caratteristiche sono quelle a tumulo (cioè che in origine erano ricoperte da un tumulo di terra), costruite con blocchi di pietra e formate da un atrio, un corridoio d'ingresso e una camera di forma quadrangolare, mentre il muro perimetrale è a pianta circolare e spesso sono circondate da circoli più ampi. Ci sono però anche tombe a domus de janas, finemente scavate nella roccia.La tomba più monumentale ed importante, la tomba II, considerata dagli studiosi come il fulcro dell'intera area sacra, forse tomba di un capo divinizzato, presenta elementi sia delle domus de janas che delle tombe a circoli. Per costruirla furono trasportati da un luogo lontano due enormi blocchi di pietra, assestati uno dietro l'altro, e scavati come le domus de janas, ai quali furono collegate altre parti costruite con blocchi più piccoli. Dopo che fu deposto il corpo tutta la struttura fu coperta da un tumulo di terra e circondata da cerchi di pietre, davanti all'entrata fu posto un menhir di piccole dimensioni e tutto intorno fu costruito un ulteriore circolo del diametro di circa 30-35 m, che ha quasi al centro un altro piccolo cerchio di pietre, mentre a sud del grande cerchio c'è un rettangolo chiuso.
Altre due tombe particolari sono la tomba IV, detta la triade, perchè vi è posta davanti una triade formata da tre menhir, e la tomba V, detta nuraxeddu, che si caratterizza per avere la camera di forma rettangolare, costruita molto accuratamente con blocchi di pietra squadrati di dimensioni medio-grandi.
Le indagini archeologiche condotte nel sito negli anni 80' hanno restituito numerosi reperti di età Neolitica ed Eneolitica, in gran parte riferibili Cultura di Ozieri (3200-2800 a.C. ) e hanno portato all'interpretazione del sito come area sacra, in parte probabilmente destinata al culto degli antenati, come sembra suggerire la presenza di tombe così monumentali, in parte a riti e cerimonie di altro tipo, forse legate alla religiosità agreste e fertilistica delle popolazioni dell'epoca